La pedata scala rappresenta uno degli elementi più critici nella progettazione di una scala interna oppure per una scala esterna. Cerchiamo di capire come calcolare la pedata scala in modo corretto, confrontando le diverse teorie e metodologie sviluppate nel tempo. Arriviamo al punto senza farci mancare le teorie di molti illustri architetti che sulle scale interne ed esterne hanno ragionato e scritto molto, fino ad arrivare ai nostri giorni in cui ancora si cerca la pedata scala perfetta.
Cos’è la Pedata Scala: definizione e caratteristiche
La pedata scala è la superficie orizzontale del gradino, ovvero la parte piana su cui si appoggia il piede durante la salita o la discesa. Rappresenta la profondità effettiva del gradino, misurata dalla linea di battuta (il bordo anteriore) fino alla base dell’alzata del gradino successivo. Quindi quando parliamo di pedata scala, ci riferiamo alla profondità del gradino, quella parte orizzontale su cui poggiamo il piede durante la salita o la discesa.
Caratteristiche Tecniche:
- Si misura in centimetri
- Dev’essere uniforme per tutti i gradini della stessa rampa
- Secondo le [normative vigenti], deve avere una profondità minima di 25 cm in edilizia residenziale
- La sua dimensione è fondamentale per garantire un appoggio sicuro del piede
Elementi correlati:
- L’alzata (la parte verticale del gradino)
- La linea di battuta (il bordo anteriore della pedata)
- Il naso del gradino (l’eventuale sporgenza della pedata rispetto all’alzata sottostante)
La pedata scala è uno degli elementi più critici nella progettazione delle scale, in quanto la sua dimensione influenza direttamente la sicurezza e il comfort di utilizzo della scala.
La questione del passo per calcolare la corretta pedata scala
Il segreto di una scala ben progettata sta nel rispetto del passo umano. È affascinante come, nel corso degli anni, diversi progettisti abbiano cercato di catturare in formule matematiche qualcosa di così naturale come il nostro modo di camminare. Non è un caso che tutte le formule, da [François Blondel] a [Sacchi], da [Bosco] a [Otto Warth], ruotino attorno a un concetto fondamentale: il rapporto tra quanto alziamo il piede (alzata) e quanto lo avanziamo (pedata).
La famosa formula di [Francois Blondel] (2A + P = 63-65 cm) non è altro che un tentativo di tradurre in numeri il passo medio di una persona che cammina comodamente. Ma attenzione: non prendiamola come un dogma. Sacchi, per esempio, ci suggerisce di ragionare in termini di area del gradino (A × P = 450-500 cm²), mentre Bosco preferisce concentrarsi sulla differenza tra pedata e alzata (P – A = 12 cm).
La velocità del movimento secondo Hermant
[André Hermant] ha portato una prospettiva rivoluzionaria allo studio delle scale, concentrandosi su un aspetto spesso trascurato: la velocità . Le sue osservazioni partono da due principi fondamentali:
Primo: più camminiamo svelti, più il nostro passo si allunga. Nei limiti normali di una marcia tra lenta e veloce (5-6 km/h), passando da due passi al secondo a un passo al secondo, la lunghezza del nostro passo varia da 84 a 42 cm. Da qui, Hermant ha dedotto che il numero dei passi al secondo resta uguale alla lunghezza del passo moltiplicata per 0,024.
Secondo, e forse più sorprendente: qualunque sia la pendenza della scala, la velocità di salita resta costante. In media, saliamo a circa 15 cm al secondo, l’equivalente di un gradino – una velocità che possiamo mantenere a lungo, proprio come quando camminiamo in piano.
Da queste osservazioni, Hermant ha sviluppato una formula elegante: h × p = 600, dove h è l’altezza salita e p è il passo misurato lungo l’inclinazione della scala. È interessante notare come questa formula, pur partendo da presupposti diversi, conduca a proporzioni che si possono adattare a varie condizioni d’uso.
Calcolo gradini scala: La pratica quotidiana
Nella realtà , quando dobbiamo davvero progettare una scala, il primo passo è sempre lo stesso: misurare l’altezza totale da superare e lo spazio disponibile in pianta. È qui che inizia il vero lavoro di progettazione, ed è qui che le varie formule ci vengono in aiuto, non come regole rigide ma come strumenti di verifica.
Prendiamo un esempio concreto: abbiamo un dislivello di 320 cm e uno spazio in pianta di 400 cm. Come ci muoviamo?
La prima cosa da fare è dividere l’altezza totale per un’alzata ragionevole (diciamo 17 cm). 320÷17 = 18,82. Questo ci dice che avremo bisogno di 19 alzate (arrotondiamo sempre per eccesso). Di conseguenza, la nostra alzata reale sarà 320÷19 = 16,84 cm.
Ed ecco dove la teoria incontra la pratica: con questo valore di alzata, possiamo usare le diverse formule per verificare la pedata ideale:
- Con Blondel: (63 – 2×16,84) = 29,32 cm di pedata
- Con Sacchi: 480÷16,84 = 28,50 cm di pedata
- Con Bosco: 16,84 + 12 = 28,84 cm di pedata
Notiamo come le varie formule ci diano risultati simili ma non identici. È qui che entra in gioco l’esperienza del progettista.
I Paradossi e le soluzioni dell’alzata e pedata scala
Ogni formula ha i suoi limiti. La stessa formula di Blondel, ad esempio, funziona benissimo per scale normali ma può dare risultati strani per scale molto ripide o molto dolci. È interessante notare come Hermant, lavorando in un contesto completamente diverso, sia arrivato a proporre P + A = 47 cm, una formula che riflette un modo diverso di concepire il movimento.
Il vero segreto sta nel capire che queste formule sono linee guida, non leggi assolute. Dobbiamo sempre considerare:
- L’uso previsto della scala
- L’età media degli utilizzatori
- Il contesto (residenziale, pubblico, industriale)
- La frequenza di utilizzo
Verso una progettazione consapevole
Quando progettiamo una scala oggi, abbiamo il vantaggio di poter utilizzare software per progettazione scale e consultare normative europee sulle scale che ci guidano verso soluzioni ottimali. l’ergonomia delle scale è diventata una scienza a sé, che integra le formule storiche con nuove conoscenze sul movimento umano.
Un approccio moderno potrebbe essere:
- Partire dai vincoli reali (altezza e spazio disponibile)
- Calcolare un’alzata preliminare basata sulla divisione dell’altezza totale
- Verificare la pedata con diverse formule
- Controllare cciò ce impone la legge con riferimento alle singole regioni
- Considerare aspetti di sicurezza delle scale e [manutenzione scale
Le normative moderne ci danno dei limiti precisi:
- Alzata massima 18 cm
- Pedata minima 25 cm
- Larghezza minima 80 cm per scale private
Ma questi sono solo i limiti legali, non necessariamente i valori ottimali.
Qual è la pedata scala ottimale
Una scala ben progettata non si nota, perché si sale e si scende naturalmente, senza pensarci. È quando una scala è mal progettata che ce ne accorgiamo subito, perché ci costringe a passi innaturali o ci fa inciampare.
Come progettisti, il nostro obiettivo non è solo rispettare le formule e le normative, ma creare scale che siano un piacere da utilizzare. I materiali innovativi per scale ci offrono nuove possibilità , mentre il design universale ci ricorda l’importanza di progettare pensando a tutti gli utenti, inclusa la scale e accessibilità .
Studiando le scale storiche famose, possiamo vedere come questi principi siano stati applicati nel tempo, spesso con risultati straordinari. In fondo, la scala perfetta è quella che permette di salire e scendere pensando ad altro, proprio come quando camminiamo su un terreno pianeggiante. È questo il vero test di una progettazione riuscita.